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Qual è la parte più erotica?

 

Ripesco un sondaggio (fonte Airone) di qualche mese fa contenuto in un articolo nel quale si spiegava che la parte più erotica di un uomo, come di una donna, è la bocca. Ecco il sondaggio:

 

Che cosa nota maggiormente, dal punto di vista fisico, in un/una uomo/donna?

 

Il sedere

24%

La bocca

23%

Gli occhi – lo sguardo

17%

Le gambe

12%

Il seno – pettorali

8%

Le mani

6%

La schiena

3%

altro

7%

 

Nel viso di un uomo/donna cosa la attrae maggiormente? [le mani?! Boh]

 

La bocca

27%

Gli occhi – lo sguardo

25%

Le mani

20%

La pelle

17%

La conformazione del viso

11%

 

 

 

 

 

 

 

Solo chi ha risposto bocca alla domanda 2: cosa le piace, cosa nota della bocca?

 

Il sorriso

39%

L’espressività

29%

Le dimensioni

24%

Le labbra

8%

 

Quale sentimento/sensazione le trasmette la bocca?

 

Ammiccamento

30%

Allegria e voglia di ridere

26%

Sensualità

22%

Dolcezza

12%

Repulsione

6%

Ostilità

4%

 

Ricordando per ultimo che il riso fa buon sangue vi dico: ridete e baciatevi che studi medici garantiscono senza ombra di dubbio che faccia bene… e soprattutto, visto che la bocca l’hanno fatta anche per quello, ogni tanto mandate a quel paese chi vi fa girare le scatole, questo è uno studio medico condotto dal sottoscritto. Fidatevi, funziona, fa bene. 

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Le prede:

 

La leonessa: preda? Pare un paradosso, e lo è. Occhio alla leonessa (può essere anche uomo) si finge preda ma in realtà è lei/lui a condurre il gioco. È anche vero che i morsi a tradimento non fanno sempre male, anzi, in certe situazioni sono pure intriganti.

 

L’elefante: materno/a, disponibile, simpatico/a, c’è tanto, ma proprio tanto da avere da lui/lei. In genere hanno un attributo fisico che li distingue: un gran bel fondoschiena.

 

La vacca della prateria: ed uso il termine vacca (anche uomini) perché mi pare ovvio cosa esso sottintenda: facile da catturare ma dà poche soddisfazioni a livello emotivo. È in genere il/la più appariscente, chiassosa, quello che balla più scatenato… in fondo se non si buttassero via, se riconsiderassero il loro look, gli mancherebbe un niente per essere leoni cacciatori, ma hanno l’indole della preda, a loro piace essere conquistati da una, due, tre, quattro (e via così)… cacciatori.

 

La gazzella: lasciar perdere, puoi correre finché vuoi ma non la prenderai mai. Terribilmente timidi, qui ci vorrebbe il ghepardo, ma di ghepardi tra i cacciatori ce ne sono pochissimi e il ghepardo in genere ha un grande spunto all’inizio (accetto la sfida!) ma si spompa subito. Piuttosto servirebbe una tartaruga: vai bella gazzella, corri finché ti pare che prima o poi arrivo. Per arrivare la tartaruga arriva, ma quando si arriva sono passati ormai vent’anni, addio mia giovinezza.

 

La poiana: terrrrrrribbbbbile, quella/o che se dici una mezza parola sbagliata ti cavano gli occhi a colpi di becco. Poiana posso dirti una parola? Ma vaffanculo, va…

 

La giraffa: come la gazzella sono imprendibili, quelle/i che camminano sollevati dall’aura di perfezione (che loro credono d’avere) un metro sopra i comuni mortali. Se la gazzella lo fa per timidezza, loro per vomitevole spocchia. Il loro motto è “tiriamo su il collo per non insozzarci con la vostra meschinità di omuncoli banali” figuriamoci, non vogliono neanche sentirlo il puzzo della savana. Te lo tirerei io il collo tacchina/o!

 

La scimmia (quelle vere sono piuttosto rare, ne esistono degli ibridi): ridono sempre (allegri di natura non superficiali o sciocchi) se fai una battuta sai che rideranno, per piacere o per pietà ma lo faranno. Se tu sei stanco di ballare lo sono anche loro, se vai al bagno magari ti accompagnano, nel senso di: fanno un pezzo di strada con te, se devi spostare la macchina “è una rottura vengo anch’io così intanto mi racconti di…”; se bevi loro bevono, se hai voglia di un gelato “perché no”, e non lo fanno per annullarsi, ma per il semplice piacere di stare insieme, di fare le cose insieme (le scimmie sono anche propositive). Se chiedi un piacere te ne fanno due. Ti senti bene con una scimmia, ti senti importante e gratificato anche se non sei importante, e hai sempre voglia di fare anche tu del bene agli altri, potremmo dire che ti rendono una persona migliore. Con loro hai voglia di lasciarti andare, di essere onesto, di mettere in gioco nel rapporto tutto/a te stesso/a. E quel sorriso poi… e come sono carine anche se imbronciate… ah, le scimmie. Bisogna piuttosto stare alla larga dai Gorilla: il buzzurro/a da sbarco, niente misura (rutto libero e commenti pesanti ad esempio), non esistono gli altri se non come tramite per il loro piacere, se ne escono continuamente con idiozie e volgarità a raffica che ti mettono in imbarazzo, il loro scopo è dominarti completamente e lo fanno nei modi più beceri ed umilianti (ed il dramma è che molti/e di loro non lo fanno per cattiveria, ma in assoluta buona fede).

 

Il colibrì (sono i miei preferiti): quelle prede di cui nessuno si accorge perché in genere se ne stanno in un cantuccio, nessuno li guarda, nessuno darebbe loro dieci denari (e neanche trenta) e non perché siano brutti (in genere si attestano sulla categoria del carino, ma se gli dai una sistematina fioriscono come i fiori che tanto amano, comunque è sbagliato agghindarli, li si snatura in modo idiota per trasformarli in ciò che loro sentono di non essere, anche se lo sono), sono schivi, non fanno la ruota o la danza dell’amore perché per loro in un rapporto l’aspetto fisico conta fino ad un certo punto. Ecco sono piccoli, sì, ma sono dotati di un ricco mondo interiore grande quanto l’universo, che è esaltante scoprire. Bisogna però avere l’intelligenza o la sensibilità per farlo.

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Dalla mia personale esperienza ecco il campionario di tecniche predatorie e di prede, il tutto calato nella savana che è un tantino abusato come riferimento/analogia ma inquadra bene le dinamiche. Le categorie di cacciatori e cacciati, se non espressamente detto, si riferiscono sia all’uomo che alla donna. Tali tecniche si mettono in atto lì dove ci si incontra, luoghi di aggregazione come: piazze, feste, discoteche, matrimoni ecc.

 

Iniziamo dai predatori:

 

Il falco (spesso sono uomini). Vola in alto, lì dove l’aria è rarefatta perciò è più difficile pensare  e mettere a fuoco la situazione, per controllare il suo territorio di caccia con occhio acuto, acutissimo. Sceglie la preda, una sola indipendentemente dalle sue reali capacità poi di trasportarla (leggasi di conquistarla) al nido, quindi piomba dall’alto a botta sicura. Ed in genere la botta si sente quando finisce con il culo per terra dopo aver ricevuto l’ennesimo rifiuto.

 

Il leone. Indomiti e sicuri di sé mettono in mostra la criniera, sono gli epigoni di Costantino, quelli che “lì dove io arrivo porto la luce”: maniacale attenzione all’aspetto fisico, farciti di creme di tutti i tipi come solo una torta Saint Honoré, sorriso di pezza che è un optional in dotazione, guai a fare un discorso sensato (non è necessario in fondo), liberano il ruggito e tutti tremano, mai un miagolio da quelle bocche. Il maschio alfa (ma vale anche per le donne), lo/la si vede pavoneggiarsi tronfio conscio del ruolo che gli spetta: il re della situazione, il Tony Manero del XXI secolo, il faraone dell’ammmmore, il timoniere della seduzione… il pallone gonfiato, a sgonfiarlo ci vuole un niente, ma si rigonfia subito più e meglio di prima. La fenice dei cacciatori, non riuscirebbe a smontarlo neppure un metalmeccanico delle acciaierie acme.

 

Il serpente. Ne esistono di tre tipi: 1° ipnotico grazie all’aspetto fisico, non in generale, ma ha un particolare che ti colpisce. Guardandoli ti vien da dire “non è bello/a, però…” e non puoi togliergli/le gli occhi di dosso. 2° quello/a che ti ammalia con lo sguardo, magari dondolando un po’ la testa, ammiccamenti più o meno scopertamente cretini ma in fondo se l’occhio è ben truccato (ahimè vale anche per gli uomini) ha il suo fascino. Intendo però uno sguardo non da gnu, tipo quello bovino della Marini, non puerilmente ambiguo come la signorina Silvani di Fantozzi, perché lì ti viene il latte alle ginocchia. 3° il tipo (prevalentemente uomini) che corteggia in modo strisciante, ammorbandoti con complimenti dozzinali, stucchevoli, vere leccate di sedere che non inorgogliscono la preda, ma la mettono a disagio perché è palese che di tecnica da quattro soldi si tratti, usata e riusata come le virtù di una prostituta, e ci si sente anche un tantino trattate da prostitute di fronte a simili corteggiatori, per loro non esiste il soggetto che stanno corteggiando perché per loro le donne sono tutte uguali.

 

La iena (anche in questo caso prevalentemente maschi, ma non mancano le ragazze) ossia: prendo gli scarti degli altri.

 

Il coccodrillo (la mia preferita, io sono un coccodrillo). Il coccodrillo sa che non è necessario sbattersi in giro per la savana con il caldo, la polvere, i rischi connessi alla caccia. No! Il coccodrillo se ne sta serafico nella sua polla d’acqua, tanto è chiaro che prima o poi una preda si avvicinerà per dissetarsi ed allora non la si azzanna, ma la si inchioda con una pregnante battuta del tipo: “baby (è un must iniziare così) hai catturato la mia attenzione come le righe di un manuale di storia sottolineate da un evidenziatore giallo”. È fatta. Occhio però, prima che la preda si avvicini, a non far seccare l’acqua della polla in cui si è immersi, bisogna darsi un certo tono, esistono diverse pose da assumere: annoiato snob (si beccano altri annoiati snob, meglio formarsi una solida cultura per interagire con queste prede, in genere funziona parlare del libro in testa alle classifiche di vendita, pochissimo di politica, meglio i problemi connessi all’età, le vacanze estive perciò è necessario un ripasso di geografia, tanta tanta musica; nel caso in cui tirasse brutta aria, non so… la conversazione langue o non si conosce l’argomento trattato, il gossip funziona meravigliosamente anche con loro). Indifferente a tutte/i (questo va alla grande, curiosamente attira i predatori, specie i più feroci, coloro che pensano “col cavolo che ignorerai me”. In questo caso il coccodrillo si finge preda e si becca un cacciatore, d’altronde anche leoni, falchi e serpenti devono bere). Triste (la più faticosa come posa, me è un altro terno al lotto sicuro: si conquistano prevalentemente scimmie, vedi le prede, o predatori iene “sta messo/a così male che di sicuro faccio centro”). Sorridente, faccio le battute con gli amici, sono un tipo/a di spirito, occhio a non esagerare o si sembrerà solo deficienti. Interessato, partecipe, di ciò che accade ma anche distaccato: sono un uomo/donna saggio/a con un solido equilibrio emotivo, dimostrarlo sarà un problema, per ovviare basta impostare la caccia sull’opzione una botta e via, incontri occasionali, un pasto veloce, altrimenti frequentandosi crolla il palco e salta fuori tutto tranne che saggezza ed equilibrio, ossia ciò che cercava la preda e che ha permesso a noi piante carnivore (ossia: tutto un trucco) di catturarla.

 

Il Gorilla: vedi la sezione prede, voce scimmie.

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