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Archive for Maggio 2009

Ogni tanto mi capita di prendere in mano la chitarra anche per suonare le più grandi hit del mio passato di bambino, quelle che per anni mi hanno accompagnato, quelle che ancor oggi fischietto con gioia. Nell’ordine le più gettonate sono (io le suono in versione integrale):

NUMBER ONE, e non può essere altrimenti, quante ore liete mi ha regalato questo cartone, quanto mi piace suonarla:

Ma anche questo non scherza, NUMBER TWO:

Questa è la terza, mi piace la melodia, il cartone non era uno dei miei preferiti:

Sempre nel mio cuore:

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Fa schifo!

Non è bello ciò che è bello, io sono bello

Fa schifo:

  • il governo: di qualunque forma o colore esso sia, fa schifo per antonomasia (anche perché è difficile distinguere forme e colori);
  • il lavoro: perché qualunque lavoro uno faccia, abbia scelto o gli tocchi, il lavoro è una fregatura, non sarebbe meglio impiegare quel tempo facendo l’amore, shopping, viaggiando, leggendo ecc.? E se qualcuno non è d’accordo, quel qualcuno ha qualche problemino;
  • quelli che ti dicono che hai qualche problemino, o più in generale quelli che sanno esattamente di cosa hai bisogno, come sei fatto, cosa è adatto o non per te, qual è la tua strada, dove sbagli, cosa devi o non devi fare, cosa devi o non devi indossare, dire, comprare, leggere, sapere, lettera e testamento, tra l’altro hai messo su qualche chilo;
  • la bellezza, o per meglio dire la forma assurda, idiota e distorta di bellezza veicolata dai mass-media, che poi porta a omologare le donne verso la bruttezza abominevole e svilente, creando tante Nina Moric, che Dio abbia pietà di noi;
  • la cioccolata… no, volevo vedere se eravate attenti, fanno schifo: le code, le diapositive delle vacanze dei parenti, pestare la cacca di cane, le zanzare, l’afa, i telefilm Matlock, Supercar, Crossing Jordan e pure i Jag, le classifiche, i tormentoni estivi, la sveglia, la domenica sera, il giorno di chiusura del tuo ristorante preferito, i Kiss, l’insonnia, la lasagna che è finita nel tuo ristorante preferito (tanto valeva che chiudeste allora), la pioggia al parco, il sole quando hai l’influenza, i parcheggi a pagamento, i treni di Trenitalia, il puerile hip hop italiano, le istituzioni-i negozi-gli uffici-l’università (segreteria e prof) ecc. che hanno il sito internet, ti dicono di contattarli via mail e non ti rispondono mai, mai! Il: cosa preferisci? Con due opzioni: panettone o pandoro, Rolling Stones o Beatles, ecc. ma non posso averli entrambi, cosa me lo impedisce? Tu e le tue domande cretine? Le scottature da troppa esposizione al sole (dolore!), gli opinionisti televisivi, Porta a Porta, la moviola, quello che occupa il tuo posto auto…

Nello specifico, le 5 cose che mi fanno schifo (questo potrebbe valere come meme, è che anche i meme mi fanno schifo… esagerato!):

  • i film di Muccino;
  • la mediocre e vuota musica da clasifica scritta per i fenomeni usciti dai sedicenti talent show televisivi (e per restare in tema musicale pure Katy Perry mi sta sulle balle);
  • le insistenti, maleducate, televendite telefoniche (e per restare in tema il fatto che certe volte il mio cellulare completi a puntate gli sms che ricevo);
  • Pier Ferdy Casini come emblema di ipocrisia, retorica bieca, opportunismo, classismo, affarisimo arraffone e paraculo…
  • l’aglio in cucina in dosi eccessive, anche in dosi moderate in certe occasioni e in certi piatti.

 

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Colors

Ogni tanto si ha bisogno solo di un po’ di colore…

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Dico a te, sì proprio a te attempato podista che passeggi di buon passo in un parco grande quanto metà di Manhattan, e nonostante ciò continui a passare a due cm dal telo in cui ci siamo accomodati io e la mia gioia. Dico a te, che tra l’altro sfoggi una discreta faccia di chiulo con un orgoglio che è proprio fuori luogo, credimi, come fuori luogo è il tuo continuo passare a quei due centimetri in un parco enorme in cui potresti pure perderti da tanto spazio c’è, e ho l’impressione, dico così eh, a sensazione, che se ti perdessi manco i parenti più stretti ti cercherebbero, oh podista scassapalle. Ok, capisco che uno in un parco non possa pretendere di avere l’intimità che ha a casa propria, ma podista, hai proprio rotto il cazzo!

Voi due laggiù, sì, voi due ragazzetti distesi sul telo che avete a disposizione un parco grande quanto la metà di Manhattan, e nonostante ci siano dozzine di meravigliosi punti di vista, vi siete orientati in modo da poter guardare me e la mia gioia. Ve ne state a pancia in giù con le mani che vi tengono il mento e puntate giusto nella nostra direzione, dritti come un fuso, che se mi viene da lasciarmi un po’ più andare, non posso. Ok,  capisco che in un parco uno non possa pretendere di avere l’intimità che ha a casa propria, però, ragazzetti, avete proprio rotto il cazzo eh! Ma fate come gli altri due lì accanto, quelli hanno scelto un’altra direzione, e un’altra posizione, sono uno sopra all’altra! Quelli il parco se lo godono e si godono la reciproca compagnia. Ripeto, avete rotto il cazzo!

No! Pure l’uccello, di specie e forma a me ignota con un ciuffo alla Little Tony, ci guarda e si posa sul ramo del salice a un metro da noi; uccello il ramo di un salice non è tanto resisten… appunto, come volevasi dimostrare, l’uccello casca dal ramo pendente del salice finendo in mezzo all’erba con un tonfo niente male. Ok, capisco che in un parco uno non possa pretendere di avere l’intimità che ha a casa propria, ma l’uccello ebete no eh!

“Taglia ma quanto la fai lunga, ti sei divertito? Sei stato bene?”

“altroché, alla grande!”

“e allora perché rompi?”

“ma mi pareva d’essere in mezzo a guardoni, gente (e uccelli) che non ha un minimo di discrezione; voglio dire, è così fuori dalle regole dell’universo  il concetto che, se ci sono due persone insieme, piacevolmente, amabilmente, confidenzialmente insieme, uno evita di scassare la minchia?”

“vabbè, dai, poteva andare peggio”

“Sì? E in che modo”

“Poteva piovere”

“difatti poi ha piovuto” ok, capisco che uno in un parco non possa pretendere di stare al coperto come a casa propria, ma pure la pioggia ha proprio rotto il cazzo…

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