Spero che questo post risollevi il tono generale dopo gli ultimi due: quello sul sesso nei blog e prima ancora quello su Giusy (ciò non toglie che la ragazza abbia un formidabile paio di gambe).
Se c’è qualcosa che a mio parere vale la pena di leggere è un breve intervento della pittrice Frida Kalho che parla del marito, l’artista Diego Rivera. Lo si può trovare in “Doppio ritratto, Frida Kahlo-Diego Rivera” inserito nella collana Gransasso delle Edizioni Nottetempo.
L’interveto si apre con: “Sento che dipingerò questo ritratto di Diego con i colori che non conosco: le parole” Frida mente, non so se ne sia consapevole, comunque non ha importanza. Ma forse è vero che non conosce le parole, sa come usarle però, altroché! La cosa che in fondo mi ha profondamente colpito è che il senso di ciò che scrive si piazza nell’empireo oltre le tante cretinate che si leggono in giro, sottoforma anche di libri stampati, sull’amore. C’è una disarmante, sconvolgete onestà nella rappresentazione di un sentimento che deriva da profonda e vissuta esperienza, niente balle, o abbellimenti, o sovrastrutture, o seghe: quella è, sintetizzando, vita in atto. Niente di stomachevole, niente di architettonicamente impostato, niente retorica, c’è Frida (e c’è Diego) allo stesso modo in cui la pittrice si rappresentava nelle sue tele, una forza espressiva (ancora: un’onestà) fuori dall’ordinario, una compenetrazione delle cose (e dei sentimenti) fuori dall’ordinario. Già, c’è Diego, ma io ho sentito anche Frida, specie all’inizio, poi nell’accalorata difesa di Diego la tensione tende a sfumare e si rientra in parametri più tradizionali, più cristallizzati, più alla portata.
“Non parlerò di Diego come di mio marito, perché sarebbe ridicolo, Diego non è mai stato né mai sarà marito di nessuno. Non ne parlerò neanche come di un amante, perché lui va oltre qualsiasi riduzione erotica, e se ne parlassi come di un figlio non farei altro che scrivere o dipingere la mia stessa emozione, farei un mio autoritratto e non quello di Diego” Frida riesce a mantenere l’equilibrio tra la rappresentazione di se stessa in rapporto a Diego, e l’immagine di Diego cercando di purgarla (faticosamente) da ciò che Frida vede e sente in Diego.
Fossi stato io il destinatario di quell’intervento, mi avrebbe annichilito. Cosa rispondere, cosa dire? Fondamentalmente niente, se hai un tantino di buon senso da capire che: primo, non è necessario rispondere; secondo, se tenti di farlo non solo svilisci te ma soprattutto lei. Si arriva ad una fase di stallo: ti amo anch’io ma non posso dirtelo. C’è una soluzione, un’unica strada percorribile, il silenzio, una sorta di morte, non organica, non fisiologica, ma morte: io Frida ti offro questo, lo stato ultimo, l’assoluto, quel silenzio che è fonte di rispetto e devozione e amore e profonda ammirazione. Frida mi hai stecchito!
Spesso è proprio così, a certe cose dette la migliore risposta è un rispettoso silenzio, un silenzio grato, un silenzio come un tappo che chiuda quelle parole in una bottiglia, così da poterle conservare pure e intatte, senza contaminarle o disperderle nel vento.
Non ho letto questa cosa, ma so che Frida e Diego, sia singolarmente che come coppia, sono persone eccezionali nel loro fascino… Sono colorati!
bella davvero la definizione “colorati”, apre infinite possibilità di discussione per ritrovare le radici di quei “colori” 😉
Non so se la definizione mi viene dalla visione, anni fa, del film su Frida (quello con la Salma Hayek quando aveva ancora le tette piccole): forse sì, perché lo ricordo vivo, caldo, colorato appunto.
Vivo, caldo, colorato: viva Mexico!
OT (guarda dove siamo finiti): ma Salma ha mai avuto le tette piccole? Mi sembrava che in Desperado (che viene prima rispetto al film Frida) fosse già ben fornita, magari ricordo male… vorresti dirmi che se le è rifatte? Aspetta, adesso ricordo, ma qualche mese fa non si è sentito al tg che da piccola Salma (secondo quanto ha dichiarato) avrebbe pregato tanto il buon Dio, perché le crescessero le tette?
Me lo ricordo perché ho pensato: con guerre, pestilenze e carestie questa prega per le tette? E con guerre, pestilenze e carestie cosa fa Dio, esaudisce Salma? Stiamo proprio messi bene
Ezatto, proprio così andò la storia! 😀